Florindo Ritucci Chinni,
“Hujjièerme lu bannitare” (Guglielmo il banditore), olio su tela, cm 68,5x65,5, Pinacoteca di Palazzo d’Avalos – Vasto. |
Florindo Ritucci Chinni (Vasto, 28.10.1886 - Vasto, 12.01.1955)
“Hujjièerme lu bannitare (Guglielmo il banditore)"
Olio su tela, cm 68,5x65,5
Pinacoteca di Palazzo d’Avalos, Vasto.
Florindo Ritucci Chinni |
Florindo Ritucci
Chinni (Vasto, 28.10.1886 - Vasto,
12.01.1955).
Nasce a Vasto da agiata famiglia borghese il 28 ottobre 1886.
Studia Giurisprudenza a Napoli e dopo la laurea
inizia la carriera forense.
Fin da giovanissimo evidenzia una spiccata
predisposizione per le arti che nel tempo concretizzerà nel campo della
pittura, della musica e della poesia e vive in prima persona l'appassionante
stagione della nascita del partito Popolare collaborando a Vasto con Spataro e
Mayo che ne furono i principali sostenitori. Proprio come rappresentante di una
coalizione centrista diviene nel 1921 Sindaco del Vasto, carica che terrà fino
al 1923.
Con l'avvento del fascismo rimarrà unico
rappresentante eletto della opposizione per poi abbandonare la politica attiva
e dedicarsi alla cultura nel senso più profondo e ampio del termine.
Gli anni '20-'30 sono il periodo di maggior
impegno nell'allestire in giro per l'Italia mostre dei suoi dipinti che
ritraggono paesaggi della campagna vastese, scorci dell'amata marina, vie e
chiese del centro storico, (sono rimaste celebri le esposizioni a Roma nel 1931
ed a Genova nel 1933).
Nel 1925 è uno dei principali collaboratori di
Gelsomino Zaccagnini nell'organizzare quella giornata memorabile in cui si
inaugurano l'acquedotto del Sinello, il Monumento a Gabriele Rossetti ed il
Palazzo Scolastico.
Funziona da segretario, che si occupa di tutto e
su tutto decide, nel 1929 quando viene organizzata la Mostra Palizziana, una
retrospettiva di altissimo livello, e la mostra di arte applicata, di carattere
regionale. (Anche nel 1950 riporterà Vasto alla ribalta nazionale riproponendo
una nuova mostra sui fratelli Palizzi).
Negli stessi anni scrive libretti di operette, ne
cura la musica, le mette in scena organizzandone le rappresentazioni, prepara
le scenografie, dirige l'orchestra.
E' un susseguirsi di eventi culturali che per la Vasto di allora rappresentano veramente un respiro grande ed uno sguardo aperto sull'arte. (Il burattinaio di Norimberga e La leggenda di Arlecchino, opere teatrali; Lidia, Les Midinettes e Lea, operette rappresentate anche al Marrucino di Chieti ed al Michetti di Pescata; tanto per citarne alcune).
E' un susseguirsi di eventi culturali che per la Vasto di allora rappresentano veramente un respiro grande ed uno sguardo aperto sull'arte. (Il burattinaio di Norimberga e La leggenda di Arlecchino, opere teatrali; Lidia, Les Midinettes e Lea, operette rappresentate anche al Marrucino di Chieti ed al Michetti di Pescata; tanto per citarne alcune).
Insegna nell' Istituto tecnico Commerciale "Nicola Paolucci",
viene nominato presidente della Società Operaia locale, presidente del Circolo
Cattolico intitolato a S. Filippo Neri, con cui organizzerà spettacoli, feste,
incontri, conferenze ed infine direttore della Filarmonica cittadina che
allieterà il pubblico in occasione delle feste religiose.
Nel 1931 compone il suo piccolo capolavoro
dialettale: la canzone Cuncittì,
ancor oggi popolare. Questa versatilità d'ingegno viene bloccata dalla guerra
d'Africa: Don Florindo, come veniva chiamato, parte per i combattimenti in
Africa Orientale; vi rimarrà molti anni, nel 1941 verrà fatto prigioniero dagli
alleati; spirito libero e mai domo approfitterà della permanenza in Africa per
iniziare nel 1943 ad Asmara la carriera di Procuratore.
Rientrato in patria viene nominato sindaco nel
1946, prende in mano le redini della politica vastese, su sollecitudine del
ministro Spataro e inizia la ricostruzione di Vasto, impegnandosi alacremente
per il porto di Punta Penna, per le istituzioni scolastiche e per tante opere
pubbliche.
Muore improvvisamente il 12 gennaio 1955, dopo
aver portato a compimento la sua ultima grande fatica: la mostra Rossettiana,
nel centenario della morte del poeta.
Quasi concludendo la sua esistenza con nel cuore
e nella mente il nome di un altro grande vastese, Gabriele Rossetti ed
ottenendo dalla nipote Olivia Rossetti Agresti in dono per la città fotografie
e disegni di Dante Gabriele Rossetti.
Don Florindo Ritucci Chinni è stato
un'affascinante "anima
di artista", un "signore"
di stampo anglosassone che, unico nel suo genere, nella nostra cittadina, ha
saputo coniugare la bellezza e la verità dell'arte con la concretezza e la
materialità della politica.
A lui sono intitolate una scuola elementare, una
via del moderno quartiere S.Paolo ed a pochi passi, nel villino, donato dalla
famiglia al Comune, la sede della Scuola Civica Musicale.
Da: Lunarie de lu Uaste, 2003
Per approfondimenti:
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