lunedì 10 aprile 2017

Florindo Ritucci Chinni, “Hujjièerme lu bannitare” (Guglielmo il banditore).

Florindo Ritucci Chinni, “Hujjièerme lu bannitare” (Guglielmo il banditore), 
olio su tela, cm 68,5x65,5, Pinacoteca di Palazzo d’Avalos – Vasto. 


Florindo Ritucci Chinni (Vasto, 28.10.1886 - Vasto, 12.01.1955)
“Hujjièerme lu bannitare (Guglielmo il banditore)"
Olio su tela, cm 68,5x65,5
Pinacoteca di Palazzo d’Avalos, Vasto.





Florindo Ritucci Chinni
Florindo Ritucci Chinni (Vasto, 28.10.1886 - Vasto, 12.01.1955).
Nasce a Vasto da agiata famiglia borghese il 28 ottobre 1886. 
Studia Giurisprudenza a Napoli e dopo la laurea inizia la carriera forense.
Fin da giovanissimo evidenzia una spiccata predisposizione per le arti che nel tempo concretizzerà nel campo della pittura, della musica e della poesia e vive in prima persona l'appassionante stagione della nascita del partito Popolare collaborando a Vasto con Spataro e Mayo che ne furono i principali sostenitori. Proprio come rappresentante di una coalizione centrista diviene nel 1921 Sindaco del Vasto, carica che terrà fino al 1923. 
Con l'avvento del fascismo rimarrà unico rappresentante eletto della opposizione per poi abbandonare la politica attiva e dedicarsi alla cultura nel senso più profondo e ampio del termine. 
Gli anni '20-'30 sono il periodo di maggior impegno nell'allestire in giro per l'Italia mostre dei suoi dipinti che ritraggono paesaggi della campagna vastese, scorci dell'amata marina, vie e chiese del centro storico, (sono rimaste celebri le esposizioni a Roma nel 1931 ed a Genova nel 1933).
Nel 1925 è uno dei principali collaboratori di Gelsomino Zaccagnini nell'organizzare quella giornata memorabile in cui si inaugurano l'acquedotto del Sinello, il Monumento a Gabriele Rossetti ed il Palazzo Scolastico. 
Funziona da segretario, che si occupa di tutto e su tutto decide, nel 1929 quando viene organizzata la Mostra Palizziana, una retrospettiva di altissimo livello, e la mostra di arte applicata, di carattere regionale. (Anche nel 1950 riporterà Vasto alla ribalta nazionale riproponendo una nuova mostra sui fratelli Palizzi).
Negli stessi anni scrive libretti di operette, ne cura la musica, le mette in scena organizzandone le rappresentazioni, prepara le scenografie, dirige l'orchestra. 
E' un susseguirsi di eventi culturali che per la Vasto di allora rappresentano veramente un respiro grande ed uno sguardo aperto sull'arte. (Il burattinaio di Norimberga e La leggenda di Arlecchino, opere teatrali; Lidia, Les Midinettes e Lea, operette rappresentate anche al Marrucino di Chieti ed al Michetti di Pescata; tanto per citarne alcune).
Insegna nell' Istituto tecnico Commerciale "Nicola Paolucci", viene nominato presidente della Società Operaia locale, presidente del Circolo Cattolico intitolato a S. Filippo Neri, con cui organizzerà spettacoli, feste, incontri, conferenze ed infine direttore della Filarmonica cittadina che allieterà il pubblico in occasione delle feste religiose.
Nel 1931 compone il suo piccolo capolavoro dialettale: la canzone Cuncittì, ancor oggi popolare. Questa versatilità d'ingegno viene bloccata dalla guerra d'Africa: Don Florindo, come veniva chiamato, parte per i combattimenti in Africa Orientale; vi rimarrà molti anni, nel 1941 verrà fatto prigioniero dagli alleati; spirito libero e mai domo approfitterà della permanenza in Africa per iniziare nel 1943 ad Asmara la carriera di Procuratore.
Rientrato in patria viene nominato sindaco nel 1946, prende in mano le redini della politica vastese, su sollecitudine del ministro Spataro e inizia la ricostruzione di Vasto, impegnandosi alacremente per il porto di Punta Penna, per le istituzioni scolastiche e per tante opere pubbliche.
Muore improvvisamente il 12 gennaio 1955, dopo aver portato a compimento la sua ultima grande fatica: la mostra Rossettiana, nel centenario della morte del poeta.
Quasi concludendo la sua esistenza con nel cuore e nella mente il nome di un altro grande vastese, Gabriele Rossetti ed ottenendo dalla nipote Olivia Rossetti Agresti in dono per la città fotografie e disegni di Dante Gabriele Rossetti.
Don Florindo Ritucci Chinni è stato un'affascinante "anima di artista", un "signore" di stampo anglosassone che, unico nel suo genere, nella nostra cittadina, ha saputo coniugare la bellezza e la verità dell'arte con la concretezza e la materialità della politica.
A lui sono intitolate una scuola elementare, una via del moderno quartiere S.Paolo ed a pochi passi, nel villino, donato dalla famiglia al Comune, la sede della Scuola Civica Musicale.

Da:  Lunarie de lu Uaste, 2003



Per approfondimenti:

Nessun commento:

Posta un commento