domenica 16 aprile 2017

Valerico Laccetti: “Christus imperat”, il suo capolavoro.

Valerico Laccetti, “Christus imperat”,
1880-83, olio su tela, cm 332x495,  Sala del Consiglio Provinciale, Chieti.



Valerico Laccetti, (Vasto, il 18 giugno 1836 – Roma, 8 marzo 1909)
“Christus imperat”, 1880-83
Olio su tela, cm 332x495
Sala del Consiglio Provinciale, 
Palazzo della Prefettura, Chieti.

Valerico Laccetti impiegò quattro anni per completare la sua opera più famosa, il "Christus imperat", presentata nel 1883 all'Esposizione Internazionale di Roma dove riscosse grande successo e fu tra i più apprezzati.
E’ la metaforica tela del trionfo del cristianesimo sulla barbarie, di Dio sul paganesimo, del nuovo rispetto al vecchio, della conversione.
L’opera, acquistata dalla Provincia di Chieti, si può ancora oggi ammirare in tutta la sua bellezza nella sala del Consiglio Provinciale.


Valerico Laccetti, “Christus imperat”, 1880-83, olio su tela, cm 332x495,  Sala del Consiglio Provinciale, Chieti.


Valerico Laccetti, “Christus imperat”, Sala del Consiglio Provinciale, Palazzo della Prefettura, Chieti.




Valerico Laccetti
Valerico Laccetti (Vasto, il 18 giugno 1836 – Roma, 8 marzo 1909.) 
Ricevette una buona formazione letteraria nella città natale; la passione per le opere di W. Shakespeare ispirò i suoi primi disegni di scene teatrali, che ne rivelarono il precoce talento. A soli diciassette anni, nel 1853, si iscrisse alla Reale Accademia di belle arti di Napoli, dove si trasferì.
Qui studiò disegno con G. Mancinelli ed ebbe presto modo di mettersi in luce vincendo alcuni concorsi.
Laccetti completò la sua formazione con il cugino Filippo Palizzi che lo indirizzò verso la pittura dal vero e lo portò a specializzarsi nel genere animalistico.
Da Napoli nel 1863 si trasferì a Roma, dove riuscì presto ad affermarsi. I suoi lavori furono accolti con favore dal pubblico straniero e dalle giovani generazioni d'artisti.
Raggiunto un buon successo commerciale, nel 1872 si trasferì a Parigi. Qui fu ospite del cugino Giuseppe Palizzi e strinse amicizia con Thomas Couture. A Parigi fu influenzato nei suoi paesaggi dalla scuola di Barbizon. 
Il successo internazionale gli valse in patria la croce dell'Ordine della Corona d'Italia.
Intorno al 1880 il Laccetti decise di abbandonare il genere animalistico e paesaggistico, per concentrarsi sulla pittura di storia. 
Negli ultimi anni della sua vita si dedicò alla scrittura di opere teatrali.

Dalla enciclopedia Treccani: 



Lapide sulla casa natale in Via Valerico Laccetti a Vasto.










Cartolina




Valerico Laccetti (foto da NoiVastesi)



Valerico Laccetti (foto da NoiVastesi)


Per approfondimenti:
http://www.vastospa.it/html/personaggi/pi_laccetti_valerico.htm

http://www.ilvoto.com/index.php/component/bt_portfolio/valerico-laccetti/biografia-laccetti.html

http://www.istitutomatteucci.it/dizionario-degli-artisti/laccetti-valerico-valerio

http://noivastesi.blogspot.com/2019/03/centodieci-anni-fa-l8-marzo-del-1909.html#more

1 commento:

  1. Tutti i grandi di questa nazione, così come Valerico Lancetti, hanno subito la damnatio memoriae. La letteratura italiana è pregna di anemiche faziosità.

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