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Valerico Laccetti, “Christus imperat”, 1880-83, olio su tela, Sala Consiglio Provinciale, Chieti. |
Valerico Laccetti impiegò quattro anni per completare la sua opera più famosa, il "Christus imperat", presentata nel 1883 all'Esposizione Internazionale di Roma dove riscosse grande successo e fu tra i più apprezzati.
E’ la metaforica tela del trionfo del cristianesimo sulla barbarie, di Dio sul paganesimo, del nuovo rispetto al vecchio, della conversione.
L’opera, acquistata dalla Provincia di Chieti, si può ancora oggi ammirare in tutta la sua bellezza nella sala del Consiglio Provinciale.
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Valerico Laccetti |
Valerico Laccetti (Vasto,
il 18 giugno 1836 – Roma, 8 marzo 1909.)
Ricevette
una buona formazione letteraria nella città natale; la passione per le opere di
W. Shakespeare ispirò i suoi primi disegni di scene teatrali, che ne rivelarono
il precoce talento. A soli diciassette anni, nel 1853, si iscrisse alla Reale
Accademia di belle arti di Napoli, dove si trasferì.
Qui
studiò disegno con G. Mancinelli ed ebbe presto modo di mettersi in luce vincendo alcuni concorsi.
Laccetti
completò la sua formazione con il cugino Filippo Palizzi che lo indirizzò verso
la pittura dal vero e lo portò a specializzarsi nel genere animalistico.
Da Napoli
nel 1863 si trasferì a Roma, dove riuscì presto ad affermarsi. I suoi lavori
furono accolti con favore dal pubblico straniero e dalle giovani generazioni
d'artisti.
Raggiunto
un buon successo commerciale, nel 1872 si trasferì a Parigi. Qui fu ospite del
cugino Giuseppe Palizzi e strinse amicizia con Thomas Couture. A Parigi fu influenzato nei suoi paesaggi dalla
scuola di Barbizon.
Il
successo internazionale gli valse in
patria la croce dell'Ordine della Corona d'Italia.
Intorno
al 1880 il Laccetti decise di abbandonare il genere animalistico e paesaggistico,
per concentrarsi sulla pittura di storia.
Negli
ultimi anni della sua vita si dedicò alla scrittura di opere teatrali.
Dalla
enciclopedia Treccani:
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