Elia La Palombara Boselli,"Convento di Sant’Onofrio”,
1997, olio su tela, cm 40x50, collezione privata.
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Elia La Palombara |
Elia La Palombara in Boselli nasce a Vasto il 21
Agosto 1926 da antica famiglia vastese.
Terminata la Scuola Primaria segue le orme di sua
sorella Maria e va a continuare i suoi studi a Roma nel Collegio di Notre Dame
de l’Assomption.
A quell’epoca, infatti, e cioè negli anni 1938-39, le
ragazze di buona famiglia, che non avevano la possibilità di continuare gli
studi “in loco”, venivano mandate in collegi dove seguivano Corsi di arte ed Economia
domestica; si preparavano cosi a diventare “buone mogli e buone madri”.
Vasto era allora una piccola città e le uniche scuole
esistenti erano l’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri ed un Liceo
Scientifico presso il Collegio Histonium, retto da Fratel Crispino, la cui
frequenza era permessa solo ai maschi.
A Roma Elia eccelle nelle materie artistiche, ha molta
manualità ed il ricamo e il disegno ornato sono la sua passione.
Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale le impedisce
di diplomarsi. Nel dopoguerra si sposa e si dedica interamente alla famiglia
non trascurando gli impegni sociali e le attività di volontariato.
Per molti anni infatti diventa Presidente
dell’Associazione volontari Ospedalieri.
Elia La Palombara Boselli, “La campagna vastese in primavera”, olio su tela 40x60, collezione privata.
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Negli anni ‘90 nasce a Vasto l’Università delle Tre
Età, una istituzione prestigiosa che opera ancora oggi con molto successo.
Tanti sono i Corsi che permettono ai giovani e meno
giovani di dedicarsi ad attività e a studi che, per vari motivi, hanno
trascurato nella vita.
Elia scopre allora quella che sarà la sua passione per
gli anni a venire e realizza un sogno.
Comincia a frequentare il Corso di pittura tenuto dal
Prof. Ennio Minerva. Ha tanta voglia d’imparare, ritrarre, dipingere tutto su
tela, scopre la tecnica dei colori a olio. E’ attratta soprattutto dalla
natura, il verde, gli alberi, la campagna, il mare. Ama ritrarre la realtà che
la circonda, ma in maniera molto personale dando risalto alle sue emozioni, al
suo vissuto e alla fantasia.
Elia La Palombara Boselli, “Alberi di
Ginepro. Il verde e l’azzurro della Sardegna”,
olio su tela, cm 50x60, collezione privata. |
In pochi anni realizza più di cinquanta opere e dopo
cinque anni di studio la prima mostra il 10 Settembre 1999 nella sala Vittoria
Colonna di Palazzo D’Avalos dal titolo “Paesaggi di Elia Boselli”, che essa
dedica a suo marito firmandosi solo Boselli.
Seguiranno altre due mostre a distanza ognuna
di cinque anni, la seconda nel 2004 e la terza nel 2009, riscuotendo sempre
notevole successo di pubblico e apprezzamento della critica.
Brochure (coll. Ida Candeloro) |
Così
scrisse di lei Adele Turco Gileno in occasione
della prima mostra:
“Dipingere
con un senso innato del gusto estetico e restituire al pubblico, ancor più somigliante,
la bellezza dei luoghi, non è un’impresa facile.
E’
questa la caratteristica dei paesaggi di Elia Boselli, che ritrae gli angoli
più caratteristici della terra vastese e della costa sarda.
Essi,
visti nella cornice di una natura sfolgorante, non si limitano a sedurci con
l’armonia delle pennellate, ma ci offrono la suggestione dei profumi e dei
colori mediterranei.
Nell’artista,
la ricerca della memoria, che è insieme di soggetti e di sentimenti, si traduce
in volontà di raccontare, la liricità presente nelle vedute raffigurate.
Ecco
allora che l’azzurro mare, il limpido cielo, il verdeggiare dei campi, le dolci
colline e le case in fiore non rappresentano solo una nostalgica immersione in
essi, ma attraverso una eclettica architettura figurale ampliano gli spazi
prospettici, grazie al sapiente dosaggio della luce.
A
volte le atmosfere sono soffuse, viste per trasparenze e tonalità diafane; in
altre la visione pacificata del naturale si vivacizza con toni più accesi ed
incisivi.
Elia La Palombara |
Allora,
all’abbandono contemplativo, subentrano concitazioni e veemenza quasi che la
luce, concepita come principio fisico e spirituale d’irradiazione vitale, fosse
giocata sui chiaroscuri per manifestare una rinnovata spinta vitalistica.
Basti
osservare, ad esempio, il denso cromatismo che si aggroviglia attorno ad alcuni
dettagli posti in primo piano.
Concitazione
ed abbandono, energia e distaccata contemplazione sono i tratti distintivi di
queste tele”.
La
creatività e l’originalità alla base di tutte le composizioni costituiscono la
linfa che alimenta la già feconda ispirazione.
L’estro
e la fantasia negli accostamenti cromatici, imprimono un notevole dinamismo
alle creazioni, ricche di un’eco segreta, di un’intima risonanza che manifestano
una intensa comunicatività.”
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