Modesto
Parlatore, “Gabriele Rossetti”,
busto in marmo,
Pincio, Roma (foto Chieracostui.com).
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Modesto Parlatore (Orsogna, il 5 marzo 1849 - 6 marzo 1912)
“Gabriele Rossetti” (Vasto, 18 febbraio1783 – Londra, 16 aprile 1854)
Busto in marmo
Viale dell’Orologio, al Pincio, Roma.
Nato a Orsogna (Chieti) il 5 marzo 1849, Modesto Parlatore fin dalla prima infanzia mostrò la sua attitudine artistica. Le sculture giovanili andarono distrutte nel 1881, quando Orsogna fu devastata dal terremoto.
Nel 1870 si recò a Roma per frequentare l'Istituto delle Belle Arti, grazie anche a un sussidio del Comune di Orsogna. Nella Capitale fu notato dal pittore Annibale Angelini e raccolse man mano consensi crescenti, fino a diventare uno dei protagonisti dell'arte sociale, con uno stile classico che rifiutava una società giudicata arrivista e prepotente.
Nel 1877, a Ginevra, la sua fu premiata come la migliore esposizione e, in seguito, fu invitato a esporre le sue opere a Monaco di Baviera. Fino alla prima metà del 1891 partecipò attivamente alla vita artistica di Roma, fino a quando un suo atto pubblico di accusa, contro la corruzione che si celava dietro un concorso per erigere un monumento a Vittorio Emanuele II, decretò la fine della sua carriera. Da allora fu sistematicamente escluso dai concorsi, ma ciò non gli impedì di coltivare la sua passione per la scultura, pur non avendo commissioni da terzi.
Nel 1910 fu colpito da paralisi, morì il 6 marzo 1912. Il 3 dicembre 1910 donò tutte le sue opere alla Provincia di Chieti, con la speranza che potessero costituire il primo nucleo di un museo. Una speranza che grazie alla collaborazione tra la stessa Provincia e l'Amministrazione comunale di Orsogna, diventerà finalmente realtà.
Modesto Parlatore, busto a “Gabriele Rossetti”, Roma (coll. L. Spadaccini) |
La sapevate che a Roma tra i busti del Pincio c'è anche quello di Gabriele Rossetti ?
... Il 4 novembre 1911, veniva inaugurato al Pincio il busto marmoreo di Gabriele Rossetti.
Un giusto riconoscimento per il letterato e patriota vastese, ma anche un vanto per la nostra città che può gloriarsi di mostrare il busto realizzato dallo scultore di Orsogna prof. Modesto Parlatore, in uno degli angoli e più belli e suggestivi di Roma, insieme alle sculture di altri grandi artisti, letterati e scienziati che hanno fatto la storia del nostro Paese.
L’idea di collocare busti di personaggi meritevoli nei viali del Pincio risale al periodo della Repubblica Romana. Ne vennero scolpiti 52, che finirono ben presto nei magazzini, per poi essere rispolverati due anni più tardi da Pio IX, impegnatosi in una serie di lavori di rinnovamento urbanistico. Alcuni busti furono scartati in quanto considerati dal pontefice atei, eretici o rivoluzionari, mentre per altri si attuò un’opera di trasformazione dei caratteri del volto e dei nomi.
Dal 1870, il comune di Roma divenne l’unico responsabile dei busti. Ad oggi si contano 228 busti, di cui solo tre dedicate a donne: Santa Caterina da Siena, Vittoria Colonna e Grazia Deledda.
La mattina del 4 novembre di cento anni fa, uno splendido sole ha fatto da cornice all’inaugurazione del busto del letterato vastese, donato dalla Provincia di Chieti al Comune di Roma. Alla cerimonia, semplice e solenne erano presenti molte autorità tra i quali l’on. Francesco Ciccarone, il ministro Tedesco, l’on. Mezzanotte, l’on. Masciantonio, il senatore Filomuso-Guelfi, l’on. Berenga, il prefetto di Chieti comm. Marcialis, il Sindaco di Vasto Luigi Nasci, la signora Olivia Agresti-Rossetti, nipote del poeta, Francesco Paolo Tosti, Domenico Ciampoli, Nicola D’Aloisio e ancora tanti altri, insieme a molti cittadini vastesi e abruzzesi residenti a Roma. Ai lati del busto erano presenti le bandiere della Società Tiro a segno nazionale e della Società Operaia del Mutuo Soccorso. Diversi i discorsi pronunciati da politici e studiosi. Particolarmente emozionato il Sindaco, Luigi Nasci, che ha portato il saluto di tutta la città: “Vasto, l’antico municipio dei Romani, vede con orgoglio dedicato sul Pincio un ricordo marmoreo al Grande che tenne fede sicura ai destini d’Italia, e delle idealità patriottiche fu assertore magnanimo: al poeta che sentì tutto il fascino della immortale grandezza di Roma, e nei suoi carmi flagellò, con generosa concitazione lirica, l’anfibia potenza sacerdotale, secolare ostacolo all’unità della patria… Così anche l’Abruzzo, che nell’anima schiettamente italica serba intatta la fierezza quasi sdegnosa del suo popolo, ha voluto che un monumento fosse tra queste mura eretto ad uno dei suoi figli più degni, a Gabriele Rossetti, al poeta della rivoluzione, all’esule che vide gli albori del nostro riscatto e non poté, dalla generosa terra che l’ospitava, vederne il meriggio. A questa effigie marmorea verranno gli abruzzesi ad ispirarsi, per attingere dalla santità dei ricordi e dell’esempio monito ed incitamento ad opere non indegne degli avi”.
Nel pomeriggio, presso il Padiglione inglese a Valle Giulia, dove erano esposti quadri dei preraffaelliti e diverse opere di Dante Gabriel, il prof. Domenico Ciampoli ha tenuto un’interessante conferenza sulla famiglia Rossetti. In serata, presso il ristorante Le Venete, alla presenza delle autorità, ha avuto luogo il banchetto offerto dall’Associazione Abruzzese
di Roma.
Lino Spadaccini
Articolo per l'inaugurazione del busto a G.Rossetti al Pincio, coll. Ciccarone |
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