domenica 8 luglio 2018

Filippo Palizzi, “Cavallo sfrenato”, 1876. Emblema della Provincia di Napoli e logo della Società napoletana di storia patria.

Filippo Palizzi, “Cavallo sfrenato”, acquerello,1876, incisione 1877.




Filippo Palizzi, “Cavallo sfrenato”, 
1876, acquerello su cartoncino, cm 56x50, Provincia di Napoli.



Filippo Palizzi (Vasto, 16 giugno 1818 – Napoli, 10 settembre 1899) 
“Cavallo sfrenato”, 1 ottobre 1876
Acquerello su cartoncino, cm 56x50
Collezione d'arte della Provincia di Napoli.



Filippo Palizzi, “Cavallo sfrenato”, 
1877, incisione, Società  napoletana di storia patria.


Filippo Palizzi (Vasto, 16 giugno 1818 – Napoli, 10 settembre 1899) 
“Cavallo sfrenato”, 1877
Incisione
Società napoletana di storia patria.




La scelta del Cavallo sfrenato come simbolo della Provincia della città di Napoli è da ricondurre, come descritto dal canonico Celano, all’antico emblema cittadino: “Si vede anche per antica arma della nostra città un cavallo senza freno; e credo che l’alzassero o per Nettuno o per Castore e Polluce che adoravano: essendo che questi erano stati domatori di cavalli. E presso di me ne ho antiche medaglie o monete di rame; e anche a tempi nostri il quadrino si chiama cavallo, per il cavallo che si vedeva impresso” (C. Celano, Notizie del Bello, dell’Antico e del Curioso della Città di Napoli, 1692, ed cons. 1974, I, pp.21-22). Il cavallo senza briglie si ritrova spesso nella tradizione pittorica napoletana, insieme agli altri simboli iconografici della città di Napoli: la sirena Partenope e il fiume Sebeto. ... Il cavallo sfrenato, rappresentando “lo stato libero antico di questa città” (D. A. Parrino, Guida de’ forestieri per la città di Napoli, 1788, p. 39), venne recuperato dall’Amministrazione Provinciale quale metafora dell’autonomia riconquistata nell’unità d’Italia. 

Il disegno che doveva essere utilizzato dalla Provincia come emblema è quello conservato ancora oggi nelle raccolte di sua proprietà, il Cavallo sfrenato datato 1876 (acquerello su cartoncino; cm. 56x50; firmato e datato in basso a destra: Filippo Palizzi 1° Ottobre 1876; Inv. 285 del 1912), commissionato dall’Amministrazione a Filippo Palizzi. La scelta cadde su Palizzi perché era nota nella sua produzione l’attenzione con cui aveva più volte studiato – sia su carta che su tela – cavalli in varie sequenze: al trotto, al galoppo e sfrenati. Il disegno fu tradotto nel 1877 in incisione, per la Società Napoletana di Storia Patria, dallo stesso Palizzi, arricchito da un sintetico scorcio paesaggistico con il Vesuvio sul fondo e da un motto di chiaro spirito post-unitario: PATRIAE MODERATUR AMORE (Tiene a freno con l’amore della Patria). L’incisione fu utilizzata per i frontespizi de i Monumenta editi dalla suddetta Società. 

Patrizia Piscitello 








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