mercoledì 27 marzo 2019

Anonimo, “Testa di fanciullo, attribuita a Lucio Valerio Pudente (Lucius Valerius Pudens)”, I sec. d.C.

Anonimo, “Testa di fanciullo, attribuita a Lucio Valerio Pudente”,
I sec. d.C., marmo, h 31 cm,  Museo archeologico di Palazzo D’Avalos, Vasto.



Anonimo, I sec. d.C.
“Testa ritraente un fanciullo, attribuita a Lucio Valerio Pudente (Lucius Valerius Pudens)”, 75 d.C. - 99 d.C.
Marmo, h 31 cm
Museo archeologico di Palazzo D’Avalos, Vasto.



Lucio Valerio Pudente (foto da NoiVastesi)




Lucio Valerio Pudente, nostro poeta latino, premiato a Roma da Traiano a 13 anni

“Lascio in donazione per il suo collocamento nel Museo Civico la testa originale in marmo di Lucio Valerio Pudente, che da circa quattro secoli è stata di proprietà della famiglia Spataro”.


Con queste parole scritte di proprio pugno il 23 gennaio 1978, il senatore Giuseppe Spataro donava alla sua città la testa in marmo del poeta latino Lucio Valerio Pudente, incoronato poeta latino all’età di tredici anni dall’imperatore Traiano.

Nell’anno 106 dopo Cristo, trovandosi a Roma, il giovane Pudente gareggiò nei giochi capitolini, nel sesto lustro dalla loro istituzione da parte dell’imperatore Domiziano, in ricordo dei giochi istituiti da Nerone in onore di Giove Capitolino, nei quali i concorrenti competevano in ginnastica, equitazione, corsa, arte oratoria, musica e poesia. Con grande coraggio e per niente intimorito, il giovane poeta sbaragliò gli avversari ed ebbe il privilegio di essere proclamato vincitore direttamente dall’imperatore Traiano, con corona d’alloro e oro (o ulivo, secondo altri).
A ricordo dello straordinario evento, i cittadini istoniesi innalzarono un monumento in onore del loro concittadino. Casualmente, in seguito agli scavi effettuati lungo la Strada Marchesani, il 27 gennaio del 1548, fu rinvenuta la testa di un giovanetto coronato d’alloro ed un piedistallo di pietra dura su cui era incisa la seguente epigrafe: L. VALERIO L. F. / PVDENTE / HIC CVM ASSET ANNO / RVM XIII ROMAE / CERTAMINE SACRO / IOVIS CAPITOLINI / LVSTRO SEXTO CLA / RITATE INGENII / CORONATVS EST / INTER POETAS LA / TINOS OMNIBVS / SENTENTIIS JVDICVM / HVIC PLEBS / VNIVER / SA MVNICIPVM HIS / TONIENSIVM STATVAM / AERE COLLATO DECREVIT / CVRAT REI P AESERNINOR DATO / IMP. OPTIMO ANTONINO AUG. PIO. 

Piedistallo con epigrafe (foto da NoiVastesi)

La testa di marmo venne portata in casa Spataro da Faustina Canaccio, quando andò in sposa a Francesco Spataro. Lo storico vastese Luigi Marchesani nella Storia di Vasto così descrisse la testa marmorea del poeta tredicenne: “Leggiadra è la tondeggiante giovenil faccia; agli anellati capelli è imposto un serto a foglie ovali bislunghe; dal mento alla radice del naso si misurano once 3 e tre quarti di palmo napolitano; di fronte scoperta non à più che un’oncia e mezza”. Il basamento restò abbandonato per molti anni in una casa privata. Sul Giornale de’ Letterati d’Italia, pubblicato nel 1726, grazie alle indicazioni fornite da P. Alessandro Pompeo Berti, dei Clerici Regolari della Madre di Dio, abbiamo la sua esatta posizione: “Ella sta nella piazza del Vasto, dirimpetto alla chiesa di S. Agostino, accanto alla bottega di un mercante”. Il 15 ottobre 1839, a cura del sindaco, il Barone Luigi Cardone e del Decurione Segretario, Tommaso Girelli, il basamento venne collocato sul lato sinistro del portale della chiesa di S. Giuseppe, per poi essere definitivamente conservato all’interno del Museo Civico, dove ancora oggi si trova.
Lucio Valerio Pudente trentadue anni più tardi venne nominato Curatore dall’Imperatore Antonino Pio e inviato a Isernia con l’incarico di sovrintendere l’amministrazione delle rendite e dei possedimenti pubblici. Tale circostanza è precisata nelle ultime due righe dell’iscrizione, anche se i caratteri più piccoli rispetto agli altri hanno portato alcuni studiosi a ritenerla falsa, mentre secondo altri potrebbero essere state aggiunte in epoca successiva.

Sipario originale del Teatro Rossetti 

In ricordo del poeta vastese, nel 1832 venne realizzato uno splendido sipario per il Real Teatro Borbonico, oggi Teatro Rossetti, opera del Franceschini di Orsogna su disegno di Nicola de Laurentis di Chieti (1783-1832), dove si nota il giovane poeta mentre riceve la corona dalle mani dell’imperatore Traiano. Il sipario venne trafugato dagli inglesi durante il secondo conflitto mondiale.
Ma come per Riccio de Parma o la localizzazione di Buca, anche per Lucio Valerio Pudente qualcuno ha messo in discussione la sua origine vastese. Sulle pagine de Il Vastese d’Oltre Oceano del gennaio del 1930, viene segnalato che nella monografia Benevento – La regina del Sannio, si afferma che “fin dall’antichità classica, fu un importante centro di cultura, nel quale, fra gli altri, fiorì il poeta Lucio Valerio Pudente”. Semplice citazione senza nessuna prova a carico, anche se in effetti l’autore parla di Benevento come “centro di cultura” e non “patria”. In altri casi è stato erroneamente dichiarato cittadino di Isernia, come riferito da Pietro Napoli-Signorelli, professore emerito di critica diplomatica nell’Università di Bologna, che nel 1784 ed ancora nel 1810 ha scritto che “Non ne rimane verun componimento, né possiamo dire a quale delle nostre terre egli appartenga. Sappiamo solo che in Istonio si conserva una iscrizione e la testa di una statua che gli fu decretata quando da Antonino egli ottenne la cura del pubblico d’Isernia distante alcune ore di cammino da Istonio oggi Guasto o Vasto. La probabilità par che sia a favore d’Istonio che gli decretò la statua col danaio raccolto dall’intera plebe. Non ardirei positivamente affermarlo, perché se fosse stato cittadino della loro città avrebbero gl’Istoniesi trascurato d’inserire nel marmo l’importante particolarità della nascita di Pudente?”. Infatti i vastesi non l’hanno dimenticato e sul marmo hanno scritto MVNICIPVM HIS / TONIENSIVM, così come riportato dallo stesso professore universitario, che non è stato capace di tradurre Histoniensum in Istonio, quindi Vasto.

Lino Spadaccini

Da: http://noivastesi.blogspot.com/2011/11/lascio-in-donazione-per-il-suo.html


Epigrafe



Per approfondimenti:













Nessun commento:

Posta un commento