Vincenzo Canci, "Lupo di mare",
1953-56, olio su tela, cm 110x160, Camera di Commercio di Chieti.
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"Lupo di mare", 1953-56
Olio su tela, cm 110x160
Proprietà Camera di Commercio di Chieti.
Canci V., foto Lunarie de lu Uašte, 2012 |
Vincenzo Canci nasce a Vasto il 2 settembre 1911. Dopo essersi diplomato presso
la scuola di pittura decorativa dell’Aquila, si trasferisce a Roma; qui diviene
allievo di Umberto Calzolari, con il quale instaura un’intensa collaborazione
artistica, di fondamentale importanza per la sua formazione.
In questo periodo, infatti, esegue assieme al maestro importanti opere ad
affresco e graffito e perfeziona le sue naturali doti di pittore.
Agli studi con il Calzolari affianca quelli che conduce presso l’Accademia
libera del nudo di via Margutta.
Nel 1943 viene fatto prigioniero in Germania e vi rimarrà sino al 1945,
relegato ai lavori forzati in miniera. Anche se costretto in questo periodo ad interrompere la sua attività artistica, egli mantiene sempre viva la
passione per l’arte, facendo anzi della pittura la sua fonte di speranza.
Riguardo a questa fase della sua vita lo stesso Canci afferma: “Fra il 1937
e il 1945 io mi sono giocato gli anni migliori, soprattutto la giovinezza e la possibilità
di una carriera artistica iniziata in modo concreto e favorevole. Partito a 26
anni sotto le armi ne sono tornato a 34. Otto anni decisivi per garantire quello
che si era appreso e arricchirlo con gli studi e la pratica di lavoro” (L’itinerario
artistico di Vincenzo Canci, a cura di Tito Spinelli).
Dopo la guerra torna a Roma e riprende a dipingere rispolverando quella
tecnica che non era mai stata del tutto sopita, dal momento che persino in
Germania riesce, con mezzi di fortuna, a dipingere e a ritrarsi in quella
tragica condizione.
Vincenzo Canci, "Autoritratto", 1965, olio su tela, cm 60x70, collezione privata. |
Nella capitale inizia a lavorare come scenografo per importanti case cinematografiche, dedicandosi al contempo ad alcune opere decorative per la sua terra d’origine, tra queste le scenografie del Festival della Canzone Abruzzese e Molisana (1959-1954). Le opere di questo periodo si focalizzano sulla raffigurazione di paesaggi marini e campestri.
Tra il 1956 e il 1960 Vincenzo si trasferisce in uno studio ricavato sulle
rovine di Palazzo Ponza, franato nel 1956. I soggetti dei suoi dipinti cambiano
assumendo una connotazione sociale e ad essere rappresentati sono manovali,
pescatori, personaggi dall’esistenza difficile che offrono un crudo spaccato
della realtà del momento.
Tra il 1960 e il 1976 Canci si dedica all’insegnamento, dopo aver
esercitato a Milano, si trasferisce nell’Istituto d’Arte di Vasto, dove occupa
la cattedra di disegno.
L’attività di insegnante non gli impedisce di continuare a dipingere mantenendo
come tema predominante il paesaggio, in particolare quello marino della sua
città d’origine, Vasto. In questa fase sperimenta nuove tecniche, come quella
“a spatola”, e affina quelle già acquisite, come l’acquerello, che egli usa con
perizia e destrezza, raggiungendo risultati espressivi di alto valore.
Significative sono le parole espresse dal fratello ‘Peppino’ in occasione
di una mostra del Canci del 1985: “Ti conosco padrone di una tecnica
ineccepibile, riesci a dipingere l’aria, il vento e il caldo; un paesaggio di
mare con cielo azzurro intenso, case di pescatori, barche tirate a secco,
immobili, eppure si avverte la presenza del vento. Ti basta una differenza di
tono nella distesa del mare, un modo di fissare le ombre, un accenno di nuvola
e la scena si anima, vibra per cromatismi delicati e raffinati.
La poesia di un colore, la pace della campagna, i fuochi mutevoli di una
marina baluginante sono sempre là con i loro silenzi, là per noi che “non
abbiamo più tempo”. Felicemente ci sei tu ancora che sai rendercene i valori
fissandoli sulla tela, trasmettercene il senso immediato…”.
Le opere del Canci sono state esposte anche nella sua città, nel 1988 a
Palazzo d’Avalos, nel 1995 nella sala esposizioni in piazza Rossetti. Nel 2001
il Comune di Vasto, in occasione del novantesimo compleanno dell’artista, ha
allestito una mostra a lui dedicata nel salone d’onore di Palazzo d’Avalos.
Vincenzo Canci muore a Vasto il 14 maggio 2003.
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