Vincenzo Napoleone, “Vasto, chiesa della Madonna dei Sette Dolori”, 1961, olio su tela, collezione privata. |
Vincenzo Napoleone (Torre de’ Passeri, 1910 – Pianella, 1984)
“Vasto, chiesa della Madonna dei Sette Dolori”, 1961
Olio su tela
Collezione privata.
Opera presentata al Premio Carlo Della Penna.
Vincenzo Napoleone |
Vincenzo Napoleone, pittore, incisore, nacque a Torre de’ Passeri il 5 aprile 1910 e morì a Castellana il 4 agosto 1984.
Qualcuno lo ha definito il "pittore maledetto" o il maratoneta della pittura, ma tutti sono concordi nell'affermare che l'arte di Vincenzo Napoleone ha qualcosa di poetico, sì da attrarre gli appassionati della pittura.
Il successo dell'artista di Torre de’ Passeri ha sempre qualcosa di straordinario per il costante impegno che il pittore ha avuto per l'umanità, nella ritrattistica in particolare, interpretata con estrema sottigliezza e passionale psicologia.
Ma anche i paesaggi ritratti da Vincenzo Napoleone sono pervasi da una mistica personalità rivelando l'abilità e l'esperienza dell'artista che riesce a tradurre il "modo" con cui poter intendere e vedere la vita.
La paesaggistica non si discosta dall'uniformità stilistica in cui spicca il cromatismo, il quale esprime nella pienezza dei suoi diversi elementi. Ritmo lineare, massa formale, spazio chiaroscurale e colore, sono le componenti essenziali per la produzione artistica di Vincenzo Napoleone, interpretate e considerate con intimo rapporto e con vibrante delineazione propria dell'arte visiva.
La grande lezione che questo valido e illustre artista ha dato alla terra d'Abruzzo e all'arte contemporanea, costituisce uno dei tanti esempi di interpretazione dell'arte verista ove tutti gli elementi per classificare un'opera d'arte perfetta, sono in relazione reciproca, quasi che si connettano a formare una unità, il cui valore è superiore alla pura e semplice somma delle componenti del quadro.
Vincitore di prestigiosi premi nazionali e internazionali, Vincenzo Napoleone si è aggiudicato il Nacional in Venezuela per il migliore ritratto del Libertador Simone Bolivar. Ma Vincenzo Napoleone resta un romantico della pittura e si rivela tale quando dipinge la terra d'Abruzzo, i suoi paesaggi; quando narra le vicende tristi o liete della realtà quotidiana, perché la sua arte esprime qualcosa di suggestivo che colpisce l'intimo e suscita belle sensazioni. Un'arte ricca di sensibilità e di intuizioni dove si fondono insieme forza e dolcezza, che appaga l'occhio, dove si scorge la vigoria della modellatura, la preziosità degli accorgimenti cromatici, che hanno il magico potere di suscitare le riposte sensibilità poetiche. Un'arte che non ha mai deviato verso le facili seduzioni della moda, ma che è rimasta fedele alla sua impronta tradizionale, che è caratteristica della sua personalità.
Negli anni giovanili, in occasione della breve visita di Gabriele D'Annunzio a Pescara da poco proclamata provincia, l'artista eseguì alcuni schizzi a matita del Vate, completati, nel 1936 da un ritratto ad olio poi replicato, perché l'originale venne distrutto durante l'ultima guerra, durante lo sfollamento, nel 1943.
In questo periodo critico fu costretto a svolgere diversi mestieri come caricaturista, cartellonista, operaio in una fabbrica a Bussi sul Tirino, gestore di uno stabilimento balneare, rappresentante di case farmaceutiche.
Durante i quattro anni di permanenza in Venezuela, dal 1954, si impose all'attenzione dei politici di Palazzo Miraflores, divenendo ritrattista del Presidente Peres Jmenez che lo incaricò di restaurare la pinacoteca di palazzo. Nel 1958 rientrò in patria con l'entusiasmo iniziale per allestire personali a L'Aquila acclamato dalla critica, per proiettare la sua arte non solo in Abruzzo, ma anche a Roma con una mostra alla Galleria San Marco in via del Babuino.
Giuseppe Catania
Vincenzo Napoleone,
“Vasto, chiesa della Madonna dei Sette Dolori”,
1961, olio su tela, collezione
privata.
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