Pietro Lisandrini, “Scorcio vastese – Erce”,
dipinto, cm. 100x70,
collezione privata.
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Pietro Lisandrini |
Pietro Lisandrini (La Maddalena, 15 marzo 1934) nasce in quella meravigliosa isola che è la Sardegna trasferendosi, dopo oltre mezzo secolo di girovagare, a Vasto dove vive e lavora alle sue opere.
Colpisce, di questo artista, la surrealità delle forme, che incidono lo spazio come soggetti sospesi nella loro essenzialità; elemento questo che suggestiona quanti osservano. Tagli, che rappresentano nella forte cromaticità soprattutto dei "rossi" e degli "oltremare" e nella solarità dei "gialli": un simbolismo personale fatto di alcune tracce che hanno nella sintetica e reale espressione dell'immagine, quella semplificazione anche volumetrica tipica negli antichi "graffiti".
Lisandrini percorre un excursus che abbraccia sia i colorati paesaggi marini della Maddalena, fermati nella serena pacatezza meditativa, sia le più sofferte opere esprimenti nell'impronta determinata una meditazione della memoria che, nell'astrazione contestuale, rivelano quei segni definiti di una figurazione che gli è di base.
Pietro Lisandrini, “Su e giù per l’Acheronte”,
2006, dipinto, cm.
100x80, collezione privata.
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Immagini, quelle di Lisandrini, che analizzano un personale percorso attraverso il quale cerca di riferirne il significato. "Bacheche", dove egli ferma gli elementi della "natura" quasi volesse trarre da ognuno d'essi quei segnali da trasferire poi alla rugosità dell'anima per farli propri e disaminarli: offrendoli in lettura. Quasi una confessione che si ribalta nei cromatismi accesi, come sofferta analisi intimistica che denuncia e nello stesso tempo cerca riparo nello stesso simbolismo che esprime. Così come ad esempio appare nei segni dello "zodiaco"; riferibili a un enigma da cui attendere delle risposte armoniose: quasi a volerne, nello slancio cromatico, ricercare una vitalità che gli sfugge.
Il suo percorso si dilata quindi caratterizzandosi in una sorta di accentuato cromatismo, che percorre definendosi poi nel segno di squarci lacerati che riportano alla soggettività essenziale del discorso: ovvero a quell'emblematico tentativo di contrassegnare con la propria capacità interiorizzata tutto quanto gli appare come una riflessione dello spirito. Immagini di un viaggio composto da espressioni materiche, sature di una fisicità incisiva, che la sintetizzazione delle forme fa risaltare nei piani dei telacci utilizzati come "cartigli".
Pittura dell'inconscio che coagula nelle accese colorazioni le modulazioni filamentose che tessono i piani e tagliano fenditure che emanano luce. Atmosfere che come "vessilli" spaziano nella puntuale narrazione che tende alla speranza.
Da: Aurelio De Rose, EVENTI CULTURALI, Settembre 2006.
Pietro Lisandrini, “Erinni”, dipinto, collezione privata.
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Non c'è persona al mondo, nessuno, che non abbia sulla propria pelle o in fondo all'anima, la sua cicatrice; almeno una volta, nella vita, egli si sarà sentito disprezzato da qualche impostore, o da un amico caro, o dai propri familiari, o anche da se stesso.
Siamo tutti depositari di "cicatrici" che hanno segnato il nostro essere, in modo più o meno doloroso, ed esse riemergono puntualmente dal fondo del nostro inconscio, ed esse lasciano in noi un senso d'inquietudine o di pacata partecipazione.
Sono "ferite" dolenti perché intime, nascoste, che in certi casi hanno segnato per sempre il nostro esistere, e puntuali ritornano alla memoria, più di ogni altro ricordo, anche il più splendido.
Sono i nostri guasti emotivi che, alle volte, cerchiamo di nascondere e, altre volte, cerchiamo di portare in superficie per esaltare il nostro successo, di contro, per motivare le nostre sconfitte: infatti, nei momenti in cui cerchiamo commiserazione, ne parliamo volentieri; se siamo in vena di auto ironia, diventano oggetto delle nostre frecciate.
Sempre a proposito di "ferita", così scrive Tahar Ben Jelloum, in un Saggio dedicato ad Alberto Giacometti: "...se la bellezza ha origine da un tale abisso, è perché non ha altra origine che dalla ferita, unica, differente per ciascuno, nascosta o invisibile, che ogni uomo ha dentro di sé, che ogni uomo preserva e dove ognuno si ritira quando vuole abbandonare questo mondo per ritrovare una solitudine temporanea ma profonda".
A dispetto del pragmatismo che distrugge la sensibilità, sacrifica il puro sentimento, nel nostro essere esiste una sorta di nicchia in cui amiamo ritirarci in silenzio e ci abbandoniamo alle nostre meditazioni: allora la mente vaga in un mare di pace interiore, si rifugia nell'immensità di silenzi sconfinati, libera dal giogo perverso dei comportamenti interessati, che altro non sono che crudeli forme di violenza, troppo spesso rivolta contro noi stessi.
Dunque, è pacifico che noi siamo parte integrante delle nostre "ferite", che noi le consideriamo spesso un limite del nostro vissuto; invece, dovrebbero essere fonte di attimi di lirismo, di sofferta poesia, pura, scarna, ma non meno bella, non meno importante di un prato fiorito, di un albero rigoglioso, di qualsivoglia spettacolo della natura.
Pietro Lisandrini
Mostre personali:
1972 - Lecce - Galleria d'Arte '70
1974 - Lecce - Galleria Comunale d'Arte "Il Sedile"
1976 - Istanbul - Yesilyiurt Galeri
1978 - Vasto - Galleria Pudente
1978 - Roma - Galleria Veneto
1980 - Vasto - Galleria Pudente
1981 - Vasto - Galleria Pudente
1984 - Milano - Galleria L'Isola del Tesoro
1986 - Toronto - Studio d'Arte Ricciardi
1991 - Vasto - Libreria Civica G. Rossetti
1992 - La Maddalena - Palazzo Civico
1998 - Vasto - Saletta Palizzi
1999 - La Maddalena - Palazzo Civico
1999 - Vasto - Biblioteca Civica R. Mattioli
2001 - Putifigari (Alghero) - Palazzo Civico
2001 - Sassari - Palazzo Sciuti - Antologica
2003 - Ladispoli - Sala Espositiva Comunale
2004 - Ladispoli - Sala Espositiva Comunale
2003 - Vasto - Biblioteca Civica R. Mattioli
2004 - Campobasso - Circolo Sannitico
2004 - Vasto - Biblioteca Civica R. Mattioli
2006 - Roma Eur - Gallerioa Profumo d'Arte
2006 - Vasto - Biblioteca Civica R. Mattioli
Bibliografia essenziale:
1972 - Linea Figurativa - Bugatti Editore
1972 - Pittori Italiani Contemporanei - Ed. Il Centauro - 2° volume
1975 - Agenda Nazionale Operatori d'Arte - Bugatti Editore
1976 - Enciclopedia Nazionale degli Artisti - Bugatti Editore
1991 - Top Art '91 - Massacesi Editore
1993 - Dizionario Enciclopedico degli Artisti - Edizioni Alba
1999 - Essential Window's Art - 20.000 Artisti in un secolo di storia
Catalogo Artisti del '900 - Art Media
Catalogo Mediatico Comanducci.
Pietro Lisandrini, “Teneri ricordi”, dipinto, collezione privata.
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...profonde lacerazioni contraddistinte da diversi spessori di tela su cui appare, in un vivido rosso, il colore rappreso per spazializzare la superficie con una traccia compositiva, per offrire un effetto plastico, luminoso. Per creare suggestioni proprie, scaturite dalla interruzione della superficie e per evidenziare una luminosità che pervade lo spazio esterno ed aprirsi, quindi, a nuovi aspetti espressivi.
Da: Giuseppe Catania, Gazzetta vastese, 1999.
Locandina mostra |
Per approfondimenti:
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