Particolare del pavimento nel convento delle Figlie di San Giuseppe, c/o P.zza Principe di Camporeale, via Oberdan a Palermo. Oggi sede Circolo Unione.
Raccontiamo la storia di questo pavimento che ha fatto innamorare Francesca Jacona della Motta di San Giuliano o più semplicemente Franca Florio e quanti ancora oggi restano affascinati da cotanta bellezza.
Le mattonelle nel decoro, una diversa dall’altra, sfuggono a ogni catalogazione delle maioliche dell’Ottocento, in cui lo stesso disegno è racchiuso all’interno di ogni singola mattonella.
Meravigliosi questi petali di rose, lanciate sul pavimento del boudoir dai putti sulle cornici della volta. Un sapiente contrappunto tra i putti che lanciano i petali e le maioliche dipinte con petali da Filippo Palizzi: un doppio e poetico capolavoro.
I putti del soffitto affrescato giocano nel roseto, facendo cadere una pioggia di petali sul pavimento dipinto, sembra di sentirne l’odore.
Nel 1882 Il principe Filangeri istituisce in Napoli il Museo Artistico Industriale. Il pittore Filippo Palizzi e l’allievo Francesco Nagar realizzano alcuni impianti di riggiole con decoro “a petali di rosa”.
Nell’anno 1891, nella Palermo della Belle, dove i Florio sono in auge.
Come è noto, venne allestita l’Esposizione Nazionale nel firriato di Villafranca.
Questa proietta la città agli antichi splendori, ai tempi in cui Palermo nelle corti di tutta Europa veniva definita “felicissima”.
Uno dei padiglioni ospitava una ventina di composizioni ceramiche delle Scuole officina napoletane. Tra cui un pavimento di petali di rose, realizzato da Filippo Palizzi e dal suo aiutante Francesco Nagar.
Il pavimento di Palizzi
Pavimento, già realizzato nel 1888 dal Palizzi.
Su commissione del principe russo Costantino Cortchacow, cugino dei Romanov, che era entrato in possesso di villa Siracusa, affacciata sul golfo di Sorrento, appartenuta a Paolo Leopoldo di Borbone.
Donna Franca rimane abbagliata dalla bellezza di quest’opera artistica. In procinto di sposare il potente Ignazio, i due decidono di acquistarlo per la casina all’Olivuzza e collocarlo, nell’area privata della signora; all’interno della palazzina.
Collocata di fronte al villino ancora esistente, destinato a diventare la loro dimora dopo le nozze.
Dimora poi ceduta al principe di Fitalia e in seguito divenuta convento.
Costo 6 mila lire, una fortuna per quei tempi.
«Quando un interesse estetico rinasce è per combattere la morale grettamente utilitaria.»
cit.Giulio Carlo Argan
Il bellissimo pavimento è ricoperto, in modo realistico, da petali di rose sparse al vento dai festosi putti dipinti sulla volta da Salvatore Gregorietti, le riggiole sono finemente bordate in blu cobalto.
Donna Franca’ amava molto i fiori; all’occhiello di ogni vestito era presente un garofano carnicino al mattino ed una gardenia profumata la sera.
I fiori preferiti da donna Franca, come dimostrato dal pavimento della sua camera da letto a Palermo; erano proprio le rose. Le rose adornavano anche le case e le carrozze di famiglia.
Abbandonato nel 2009, dalle suore di San Giuseppe, l’edificio venne successivamente occupato da numerose famiglie.
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