Nicola Costantini, “Vita paesana a Gissi, anni '60”,
collezione privata. |
Il mondo dell’arte è popolato di artisti che godono di gloria postuma. Nella categoria forse potrebbe rientrare anche Nicola Costantini (1928 - 1993), gissano di Roma, “Nino” per gli amici, personaggio poco conosciuto dal grande pubblico, ma molto noto nel giro dei grandi artisti nazionali del '900.
Nicola Costantini, “Autoritratto”, collezione privata.
Costantini nacque a Gissi il 2 marzo 1928. Dopo la maturità scientifica, si perfezionò presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna (detta anche Accademia Clementina o degli Incamminati), dove insegnavano Giorgio Morandi, Virgilio Guidi, Luciano Minguzzi, Nino Bertocchi.
Da lì dopo qualche anno dedicato all’insegnamento, il passaggio a Roma presso l’Istituto del Restauro fondato da Cesare Brandi e Carlo Giulio Argan, i quali apprezzarono le singolari doti di disegnatore e illustratore dell'artista di Gissi.
Nell’Istituto del Restauro "Nino" successe a Antonio Donghi alla cattedra di disegno e tecnica della pittura e della scultura, nome noto nell'arte italiana del '900.
“La capitale fu dunque la sua culla artistica, in tempi in cui il mondo culturale era fervido di iniziative e di interessi”, scriveva Gianni Oliva su Il Nuovo nell’agosto 1993. “I contatti di questi lunghi anni trascorsi nello studio e nel lavoro furono proficui di risultati. A molto certo giovò l’amicizia con Andrea Spadini, con Marcello Avenali, con Gentilini e con Guttuso, che aveva lo studio in via Cavour, a pochi passi dall’abitazione di Costantini in via Clementina: nella stessa zona del Rione Monti abitava allora anche Antonio Baldini, mentre l’ambiente era frequentato anche dall’architetto Pier Luigi Nervi, da Cocteau, da Manzù, dall’etruscologo Massimo Pallottino, monsignor Fallani, da don Giuseppe De Luca, da Virgilio Guzzi, tutti personaggi conosciuti personalmente dall’artista gissano.
In quegli anni Costantini collabora all’allestimento museale a Siena della Maestà di Duccio di Buoninsegna, e intanto si dedica alle luminose primavere romane, alla sua pittura dal tratto deciso, concreto, che si riaggancia ai grandi naturalisti dell’ottocento, polemicamente fuori dagli schemi e dalle “aberrazioni” (come egli stesso dichiarava) dell’arte contemporanea.”
Nicola Costantini, “Focolare
di zia Tersilia”, collezione privata.
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Fu conosciuto come pittore della realtà. “Il realismo lirico di Costantini ha una sua precisa autonomia e integralità. Nasce dalla chiarezza e consapevolezza d'un mondo che è "classico", come la terra e gli uomini del suo Abruzzo” (Bernardo Di Croce , Gissi).
Espose più volte al Premio Vasto e al Premio Michetti ottenendo consensi e riconoscimenti, compreso il Premio per il Bianco e Nero al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Partecipò a mostre di pittura a Roma e a New York, e le sue opere si trovano in varie collezioni private in Italia e all'estero.
Nicola Costantini, “Banditore”, collezione privata.
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Nell’estate del 1993, Nicola Costantini decise di fare una grande mostra a Gissi. Questo il commento del prof. Gianni Oliva: “La retrospettiva di Gissi vuol essere solo l’anticipazione di una grande mostra futura, ampia e articolata, ma intanto contiene degli specimina, delle importanti indicazioni di percorso. Si parte dal 1939-40 e si arriva fino ad oggi, agli acquerelli il cui segno è ormai interiorizzato (…) Nel mezzo gli esempi della prima e seconda stagione: i ritratti ironici degli amici della giovinezza, gli album di nudi del periodo romano e soprattutto le nature morte, dense e succose come frutti maturi, inconfondibili nel cromatismo di alta scuola. Gissi insomma luogo geografico della “storia” diventa un simbolo “fuori dalla storia”, una zona della memoria accarezzata e incontaminata che nei quadri di Costantini rivive con le sue abitudini scomparse, i suoi personaggi immortali per sempre, i suoi paesaggi campagnoli, a dispetto di un progresso forzato che ha finito per distruggerne cultura e valori. Il paese deve essere grato al “Maestro” che ha voluto far conoscere ai suoi concittadini un assaggio della sua prestigiosa attività, tanto apprezzata in Italia e all’estero. E lo ha fatto senza campagne pubblicitarie con semplicità ed eleganza, ancora una volta contravvenendo alle regole, com’è nello stile dell’uomo”. (Il Nuovo, 28 agosto 1993)
Ma la “grande mostra” di cui accennava il prof. Oliva non si fece mai. Un mese dopo, il 30 settembre 1993 Nicola (Nino) Costantini, a 65 anni, fu colto da infarto e perse la vita, cogliendo tutti di sorpresa.
L’artista, riservato e schivo, è poco conosciuto perché quand’era in vita non volle mai fare grandi promozioni su se stesso. Ma stando ai critici d’arte, il suo livello artistico è veramente alto e meriterebbe almeno una giusta gloria postuma.
Nicola Costantini, “Momenti di vita paesana, Gissi anni ‘60”, collezione
privata.
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Il prossimo anno cade il 25 ° della morte, il Comune di Gissi e L’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro potrebbero approfittare della ricorrenza per organizzare una bella retrospettiva per un artista di rilievo nazionale, che ha prodotto centinaia di opere.
Nicola Costantini, “Fontana dei trappeti, Gissi anni ‘60”, collezione
privata.
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Noi ringraziamo il cugino dell’artista il dott. Gennaro Costantini (dentista in pensione) per aver voluto mettere a disposizione le foto di alcuni quadri in suo possesso della vasta produzione di “Nino”. Le altre opere sono sparse in Italia e nel mondo.
Nicola D’Adamo
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